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Giugno 19, 2024

L’intelligenza artificiale generativa nei social media preoccupa gli utenti, che temono possa peggiorare la User Experience

Entro il 2025 la metà degli utenti dei social potrebbe abbandonare per sempre le piattaforme, giudicate peggiori rispetto a qualche anno fa, in termini di credibilità e puntano il dito contro la GenAI.

Tempo di lettura: quello necessario per lanciare un AI prompt

Secondo Gartner, società multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca di mercato e analisi nel campo della tecnologia dell’informazione, la crescente percezione di un decadimento della qualità dei social media porterà il 50% dei consumatori ad abbandonare o a limitare significativamente le proprie interazioni con queste piattaforme entro il 2025.

Oltre la metà degli utenti dei social networks ritengono che le piattaforme siano peggiorate rispetto a 5 anni fa, perfino rispetto allo scorso anno. Le ragioni del peggioramento sono: la diffusione della disinformazione, le basi di utenti tossici,  la prevalenza dei bot e l’uso diffuso della GenAI.

I social media rimangono il principale canale di investimento per il marketing digitale, ma i consumatori cercano attivamente di limitarne l’uso”  – ha dichiarato Emily Weiss, Senior Principal Researcher del Marketing Practice di Gartner. “Una fetta significativa di essi dichiara infatti che, rispetto a qualche anno fa, sta condividendo meno la propria vita e i propri contenuti. Poiché la natura dell’uso dei social media e l’esperienza delle piattaforme cambiano, i CMO (Chief Marketing Officer, responsabili del successo dell’azienda o del brand) devono riorientare le loro strategie di acquisizione dei clienti e di fidelizzazione”.

Come a rispondere ai cambiamenti dei social media

Entro il 2027, il 20% dei brand si orienterà verso il posizionamento e la differenziazione in base all’assenza di IA nella propria attività e nei propri prodotti. Inoltre il 72% dei consumatori ritiene che i generatori di contenuti basati sull’IA possano diffondere informazioni false o fuorvianti. In controtendenza con la percezione diffusa fino a poco tempo fa, per cui le capacità dell’IA fossero addirittura migliori di quelle umane. “La mancanza di fiducia nelle capacità dell’IA spingerà alcuni consumatori a cercare brand e interazioni privi di IA” – continua Weiss. “Una parte di brand eviterà l’IA e darà priorità a un posizionamento più umano. Questo concept verrà sfruttato per allontanare i marchi dalla percezione che le aziende dotate di AI siano impersonali e omogenee”.

GenAi e il ruolo dei creativi

Gran parte dell’attrattiva della GenAI per i CMO ruota attorno alla produttività e al risparmio sui costi, soprattutto per i servizi creativi. Tuttavia, la maggiore produttività consentirà ai ruoli creativi senior di reindirizzare le proprie competenze e il proprio tempo verso iniziative creative strategiche più avanzate, come lo sfruttamento dell’innovazione di prodotti e servizi GenAI.

Entro il 2028, il traffico di ricerca organica dei brand diminuirà del 50% o più, poiché i consumatori abbracceranno la ricerca generativa alimentata dall’IA. La rapida adozione dell’IA generativa nei motori di ricerca sconvolgerà in modo significativo la capacità dei CMO di sfruttare la ricerca organica per promuovere le vendite. I rapidi progressi della GenAI hanno lasciato le organizzazioni senza le strutture e le best practice per garantire un uso responsabile e mitigare i rischi. Una funzione dedicata all’autenticità dei contenuti e lo sviluppo di guardrail per il marchio saranno un imperativo organizzativo.

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